10 Parole: inizia un nuovo percorso

Li abbiamo sempre conosciuti come I Dieci Comandamenti, ma potremmo chiamarle “le Dieci Parole”, perché sono molto di più che un elenco di norme e divieti: sono quanto di più prezioso un Padre potesse dire ad un figlio che ama davvero!
Se vuoi scoprire la ricchezza e la profondità di questo messaggio che ancora oggi dice la verità più profonda sull’uomo e la donna…
Se desideri conoscere meglio la Parola di Dio custodita nella Bibbia e comprendere concretamente quanto sia viva ed attuale…
Se ti sembra di fare mille cose, ma forse sei come fermo sul posto…
Se intuisci che potresti vivere ogni tua giornata con una pienezza nuova…
Se credi di poter ancora crescere nella relazione con il Signore che magari conosci, ma puoi ancora incontrare di persona…
Se non hai paura di metterti in gioco…
Vieni al primo incontro il 17 Aprile ore 20.45 e affidati a chi ti guiderà!
Chi lo ha fatto prima di te è convinto che non rimarrai deluso.
Del resto, è tutto gratis, serve solo la tua libertà.

Festa di carnevale

Domenica 12 febbraio abbiamo vissuto la festa di carnevale organizzata dagli scout del Roma182 e ha portato tanta allegria tra giovani e i meno giovani. Tantissime famiglie del quartiere hanno condiviso con noi questo che ormai è un momento di incontro e divertimento che va consolidandosi nel tempo. Tra giochi per i più piccoli, musica per tutte le età, merenda e aperitivi pomeridiani, il lavoro organizzativo di tutti quanti hanno collaborato è stato lautamente ricompensato. Ci hanno aiutato nella realizzazione della festa i genitori, i catechisti della parrocchia e i ragazzi del gruppo giovani. Grazie all’adesione delle persone del quartiere e al banco della merenda di autofinanziamento, si potrà acquistare nuovo materiale, potremo così offrire nuove esperienze educative ai ragazzi e rendere lo scoutismo accessibile a tutti. Vi aspettiamo tutti il prossimo anno per condividere ancora tanto divertimento e gioia di stare insieme!

Un pomeriggio insieme

Il 15 febbraio vi aspettiamo nella sala polivalente per passare insieme un pomeriggio in allegria e, tra un dolce un ballo e una partita a carte, festeggiare il Carnevale

L’invito è rivolto soprattutto agli anziani ma… divertirsi insieme non ha età!

Siate numerosi!

Festa in maschera

Un arcobaleno di cuori

Un arcobaleno di cuori È così che noi volontari abbiamo pensato di chiamare il nostro doposcuola. Ed è proprio quello che siamo noi, volontari e bambini, educatori e allievi: convinti del fatto che non è importante il colore che ci sentiamo di essere o quello che gli altri ci affibbiano per categorizzarci in terribili e rigidi stereotipi.

Tutt’altro È importante il “colore” che possiamo dare alla comunità, che sarà la risultante dei tanti diversi colori di cui i suoi componenti sono portatori. Il giallo senza il rosso non potrebbe farcela a rappresentare il tramonto e l’azzurro senza il blu si sentirebbe solo e ancor più nostalgico, perché sono amici fin da piccini. Per non parlare del viola che non può neanche entrare in gioco senza l’amore di blu e rosso.

Per creare l’arcobaleno è dunque fondamentale che ciascuno di noi, col suo “colore”, con le sue peculiari qualità, dia il suo contributo e si spenda per il bene comune.

Così come i colori, anche i nostri bambini e ragazzi non potrebbero essere più diversi tra loro Ma se c’è una cosa che hanno imparato fin da subito è che è possibile volersi bene, indipendentemente dal colore della pelle, dalle differenze fisiche, culturali religiose e caratteriali. Prima ancora dell’uso della virgola, della coniugazione del verbo, della conoscenza della tabellina del 6, i bambini e le bambine del doposcuola hanno imparato che la diversità è ricchezza.

Potrà sembrare che questo impegno sia facile o del tutto “idilliaco”, ma non è così. È stato tutt’altro che immediato comprendere per loro che la sala della parrocchia è un luogo sicuro, dedicato a loro per due giorni a settimana, è uno spazio dove non saranno mai giudicati se leggono più lentamente o se scrivono una parola tutta capovolta.

Ma quando abbiamo cominciato a rendere la sala Santa Chiara ad Assisi colorata e viva con il loro lavori un armadio con tutti i materiali e i giochi e una lavagna dove sono liberi di esprimersi e un calendario personalizzato con il loro compleanno tutto è cambiato per me personalmente ma penso sia un sentimento condiviso il comune vedere un gruppo di bambini che ridendo fa una gara a chi arriva al tavolo della saletta o assistere al sorrisetto compiaciuto di bimbe che veramente esordiscono io sono arrivata prima di tutti anche prima delle maestre per me ripeto è una gioia immensa. Come quando uno dei bambini più piccoli mi disse con un grande sorriso che aveva imparato come si scriveva pane e me lo diceva come se lo dovesse imparare anche io tanto che ha scandito la parola in sillabe volendo farmela scoprire punto per me, che sicuramente sarei in estrema difficoltà davanti all’ucraina e all’arabo è davvero una luce nel buio di differenza che avvolge la società attuale.

 Ma quando abbiamo cominciato a rendere la sala Santa Chiara ad Assisi colorata e viva, appendendo alle pareti i loro lavori, con una lavagna dove sono liberi di esprimersi e un calendario personalizzato sul quale è evidenziato il compleanno di ognuno di loro, tutto è cambiato. Per me personalmente, ma penso sia un sentimento condiviso, vedere un gruppo di bambini che ridendo fa una gara a chi arriva per primo al tavolo della saletta o assistere al sorrisetto compiaciuto di bimbe che esordiscono dicendo: io sono arrivata prima di tutti anche prima delle maestre, per me, ripeto, è una gioia immensa.

Come quando uno dei bambini più piccoli mi ha detto con un grande sorriso che aveva imparato come si scriveva la parola pane e me lo ha detto come se lo dovessi imparare anche io, tanto che ha scandito la parola in sillabe, come se volesse farmela scoprire. Per me, che sicuramente sarei in estrema difficoltà se dovessi apprendere e parlare nella lingua ucraina o in arabo, la spontaneità di questi bambini e la gioia che accompagna la scoperta quando imparano qualcosa di nuovo, è davvero una luce nel buio della diffidenza che avvolge la società attuale.

Un ringraziamento particolare vado a operazione cuore La ONLUS che ha reso possibile mediante un finanziamento l’iliazione la pianificazione di laboratori e gite che abbiamo vissuto in parte ma che vivremo quest’anno 2023 il laboratorio è vissuto a dicembre con rose rosse è stato per i bambini motivo di grande gioia e soddisfazione ogni incontro con Rosy era strutturato in tre momenti danza e riscaldamento lettura di un libro e partecipazione alla storia ed Emy narrati come ultimo passaggio la realizzazione di un libricino con diverse tecniche creative e artistiche. Di inclusione si parlw spesao ma a cambiare veramente la rotta non bastano le parole servono fatti i carezze per l’umanità che viene troppo spesso messa in punizione all’angolino emarginata cerchiamo di apprendere dai bambini per abbattere i muri basta un disegno o una partita a domino

 Un ringraziamento particolare va a Operazione cuore, la ONLUS che ha reso possibile mediante un finanziamento l’ideazione e la pianificazione di laboratori e gite che in parte abbiamo realizzato ma che completeremo quest’anno.

Il laboratorio che si è svolto a dicembre con Rosi Robertazzi è stato per i bambini motivo di grande gioia e soddisfazione. Ogni incontro con Rosi era strutturato in tre momenti: danza e riscaldamento, lettura drammatizzata di un libro che permetteva anche la partecipazione dei bambini alla storia narrata e, come ultimo passaggio, la realizzazione di un libricino con diverse tecniche creative e artistiche.

Di inclusione si parla spesso, ma per cambiare veramente la rotta non bastano le parole: servono fatti. (i carezze) Per quella parte dell’umanità che viene troppo spesso relegata ai margini della società, come se fosse meritevole di stare in punizione all’angolino, cerchiamo di apprendere la grande lezione che ci viene dai bambini: per abbattere i muri basta cooperare, proprio come fanno i bambini per realizzare un disegno o quando si ritrovano vicini per giocare una partita a domino.

Maddalena Capetta

CORSO DI PREPARAZIONE “PROSSIMA” AL MATRIMONIO – 2023

Carissime coppie,

Se siete interessate a partecipare al Corso di preparazione al Sacramento del Matrimonio che la Parrocchia di San Gregorio VII propone, vi invitiamo a riempire il seguente Modulo di iscrizionie coi vostri dati essenziali e a leggere prima le seguenti informazioni:

  • Il Corso avrà inizio giovedì 26 gennaio 2023 alle ore 21 presso la Parrocchia di San Gregorio VII – Via del Cottolengo, 4.
  • Dopo 10 incontri a scadenza settimanale, sempre di giovedì alle 21, terminerà il 30 marzo 2023.
  • Dovrà essere frequentato da entrambi, ragazzo e ragazza.
  • Prevede il rilascio di un attestato di partecipazione.
  • Sarà guidato da un’équipe composta dai frati di San Gregorio VII e da alcune coppie di sposi.
  • Vi consigliamo di portare sempre con voi Bibbia, quaderno e penna.
  • Il Corso è interamente gratuito.

QUI PER COMPILARE IL MODULO DI ISCRIZIONE

Sabato 17 dicembre, giornata di Misericordia e preghiera

Carissimi, sabato prossimo 17 dicembre vivremo una giornata di Misericordia e preghiera.

In Chiesa ci sarà la possibilità di ascoltare una parola, confessarsi e pregare secondo gli orari che trovate qui sotto.

Vi invitiamo a trovare un tempo per stare con il Signore e riconciliarvi prima della gioia del Natale!

I “Supplementari”!

Catechesi per adulti e genitori

In che senso??

Un incontro per ascoltare, discutere, capire. Basta essere adulti e non “tirarsela troppo”, avere curiosità e una dose di voglia di stare insieme, un pizzico di confusione e disorientamento: per te, ci sono i Supplementari.

Testimonianza di un incontro

Basta dedicare una giornata a questo tema? La Parrocchia di San Gregorio VII in vista della VI giornata mondiale dei poveri si è interrogata ed ha lanciato la sfida di ospitare nelle proprie case persone che abitano in strada e che difficilmente possono vivere l’esperienza di un pranzo in famiglia.
Si una sfida, che fa riflettere su cosa significhi davvero essere non solo per l’altro ma con l’altro. Molti di noi sono impegnati in attività di aiuto e assistenza ma aprire la propria casa, farli entrare nella propria intimità familiare come amici è altro. È un cambio di passo in cui tutti noi, più o meno attivi nel volontariato, ci siamo ritrovati coinvolti, prima nel dire un si, poi nel doverci confrontare con l’accoglienza e, ancora, in un faccia a faccia con le persone da ospitare.
Come sarebbe stato? A me sono venuti in mente tutti i motivi per cui avrei potuto dire no. Poi ho pregato e mi sono affidata, si perché dove non arriviamo noi fortunatamente arriva il Signore che ci guida, sempre, anche in questa avventura, così ho aderito.
Abbiamo organizzato un bel pranzo a casa di Lara e del figlio Alessandro, un gruppo di persone diverse tra loro per età ed esperienze ma unite dall’essere parte di una comunità. Un diverso modello di famiglia e fratellanza.
Tutti abbiamo cucinato, portato qualcosa, contribuito. Abbiamo organizzato con attenzione e cura, come si fa quando si hanno ospiti importanti.
Sono venuti Riccardo e Graziella. Graziella è sposata con Giuseppe che però e rimasto in compagnia del cane che non poteva restare solo. E’ vero che conoscevamo entrambi da tempo ma come misurare la conoscenza di persone che vedi, passi a trovare una volta a settimana quando fai il servizio?
Abituati a vederli per 10/15 minuti, sempre di passaggio, confesso di essermi chiesta che ci diremo per tutto il tempo di un pranzo? Ci sarà imbarazzo? Ci saranno i classici silenzi che tutti noi abbiamo vissuto in tante occasioni o visto in qualche tavolo vicino al nostro?
Appuntamento domenica ore 12.45 a piazza Leonina senza sapere cosa aspettarsi. Questo lo spirito quando ho incontrato Vera (che per età potrebbe essere mia figlia), Antonello, Alessandro – che ci ha guidati a casa dove ci aspettava la madre Lara – e Graziella e Riccardo.
Lungo il tragitto gli uomini camminavano avanti, con Graziella e Vera abbiamo subito scherzato che l’ultimo cavaliere era Giuseppe, il marito di Graziella, che si era sacrificato a restare con il loro cane per consentire alla moglie di venire con noi.
A casa Lara aveva preparato una bella tavola, c’era profumo di forno e accoglienza, abbiamo aperto un buon prosecco e brindato. Fra lasagna, parmigiana, polpettone, torta, caffè, ancora caffè, tante risate e Laika, il cane di casa, che impazzava su tutti, in particolare sugli invitati che pareva conoscesse da sempre, sembravamo una combriccola di persone abituate a stare insieme, a condividere giornate in chiacchiere.
Graziella e Riccardo ci hanno regalato racconti e aneddoti della propria vita, ci siamo aperti e confrontati su tanti argomenti, abbiamo parlato di chi siamo, delle nostre storie, di successi e insuccessi, esperienze che ci accomunano tutti. Abbiamo parlato di fede e chi si dichiarava agnostico, alla fine, si è scoperto che ha come guida di vita il principio “non fare all’altro ciò che non vuoi venga fatto fatto a te”.
Graziella ci ha raccontato della sua famiglia di origine e dell’incontro con il marito, del rapporto che hanno. Sentirla parlare di lui con tanta delicatezza e amore, nonostante le difficoltà quotidiane, fa davvero riflettere oggi che, come diceva Vera – a cui va, assieme ad Alessandro, la palma dei più saggi – i giovani sono invece sempre più in difficoltà nel decidere di sposarsi e fare una famiglia, alla ricerca di certezze su certezze. Tipo: avere un lavoro ciascuno, trovare la casa, fare un periodo di convivenza e, poi, almeno, sapere tutto di se e dell’altro.
Graziella ascoltava sorridente, nessuno tra noi, più di lei, poteva rappresentare e avrebbe potuto raccontare l’imprevedibilità dell’esistenza ed il valore di una scelta di coppia che è stata, nel loro caso, davvero per sempre, nel bene e nel male. Abbiamo parlato di amore con chi, quando lo ha promesso, lo ha mantenuto.
Fra le chiacchere Riccardo ha raccontato la sua storia, fatta anche di errori ma non solo. Una storia di lavoro, prima come dipendente sfruttato poi come imprenditore che anche quando le cose sono andate male ha sempre invece rispettato chi ha lavorato per lui, pagando il dovuto e liquidando l’attività solo dopo aver saldato ogni pendenza con i dipendenti che, con orgoglio, ha raccontato che non hanno mai potuto dirgli niente.
Abbiamo parlato delle 10 Parole, del valore di viverle anziché solo pronunciarle, di cosa voglia dire il percorso con chi pur non possedendo beni e potrebbe avere anche motivi per essere un po’ arrabbiato, vive invece la sua croce senza sentirsi per forza in credito con l’esistenza. Abbiamo vissuto una grande umanità, compreso che le difficoltà non sempre piegano e che il poco può riguardare i beni ma non il cuore.
Ci siamo ritrovati alle 16.30 ad avere trascorso una domenica assieme, volata, in compagnia, tutti felici e, in fondo, neanche meravigliati. Ci siamo salutati con Lara che diceva “tanto lo rifacciamo”. Ed era davvero così, abbiamo trovato gioia e serenità e ritrovato lo spirito di stare insieme in famiglia anche chi, magari per vicende varie della vita, non vi era più abituato, dimostrazione che la comunità può essere famiglia, dipende solo da noi.
È stato un momento di verità, per tutti. La verità degli incontri tra fratelli, quelli messi sulla nostra strada dal caso o dalla misericordia. Fratelli di strada, di chiesa, di servizio, di cuore.
A volte basta questo, la disponibilità ad accogliere per avere occhi e cuore nuovi.

(I nomi sono inventati per preservare la privacy)

Ofelia

Castagnata!

Domenica 20 novembre ore 16.30 nella sala polivalente vivremo insieme un momento di comunità mangiando le castagne e divertendoci con il gioco della briscola.

L’invito è rivolto in modo particolare a tutti gli anziani.

Vi aspettiamo