Un arcobaleno di cuori
Un arcobaleno di cuori È così che noi volontari abbiamo pensato di chiamare il nostro doposcuola. Ed è proprio quello che siamo noi, volontari e bambini, educatori e allievi: convinti del fatto che non è importante il colore che ci sentiamo di essere o quello che gli altri ci affibbiano per categorizzarci in terribili e rigidi stereotipi.
Tutt’altro È importante il “colore” che possiamo dare alla comunità, che sarà la risultante dei tanti diversi colori di cui i suoi componenti sono portatori. Il giallo senza il rosso non potrebbe farcela a rappresentare il tramonto e l’azzurro senza il blu si sentirebbe solo e ancor più nostalgico, perché sono amici fin da piccini. Per non parlare del viola che non può neanche entrare in gioco senza l’amore di blu e rosso.
Per creare l’arcobaleno è dunque fondamentale che ciascuno di noi, col suo “colore”, con le sue peculiari qualità, dia il suo contributo e si spenda per il bene comune.
Così come i colori, anche i nostri bambini e ragazzi non potrebbero essere più diversi tra loro Ma se c’è una cosa che hanno imparato fin da subito è che è possibile volersi bene, indipendentemente dal colore della pelle, dalle differenze fisiche, culturali religiose e caratteriali. Prima ancora dell’uso della virgola, della coniugazione del verbo, della conoscenza della tabellina del 6, i bambini e le bambine del doposcuola hanno imparato che la diversità è ricchezza.
Potrà sembrare che questo impegno sia facile o del tutto “idilliaco”, ma non è così. È stato tutt’altro che immediato comprendere per loro che la sala della parrocchia è un luogo sicuro, dedicato a loro per due giorni a settimana, è uno spazio dove non saranno mai giudicati se leggono più lentamente o se scrivono una parola tutta capovolta.
Ma quando abbiamo cominciato a rendere la sala Santa Chiara ad Assisi colorata e viva con il loro lavori un armadio con tutti i materiali e i giochi e una lavagna dove sono liberi di esprimersi e un calendario personalizzato con il loro compleanno tutto è cambiato per me personalmente ma penso sia un sentimento condiviso il comune vedere un gruppo di bambini che ridendo fa una gara a chi arriva al tavolo della saletta o assistere al sorrisetto compiaciuto di bimbe che veramente esordiscono io sono arrivata prima di tutti anche prima delle maestre per me ripeto è una gioia immensa. Come quando uno dei bambini più piccoli mi disse con un grande sorriso che aveva imparato come si scriveva pane e me lo diceva come se lo dovesse imparare anche io tanto che ha scandito la parola in sillabe volendo farmela scoprire punto per me, che sicuramente sarei in estrema difficoltà davanti all’ucraina e all’arabo è davvero una luce nel buio di differenza che avvolge la società attuale.
Ma quando abbiamo cominciato a rendere la sala Santa Chiara ad Assisi colorata e viva, appendendo alle pareti i loro lavori, con una lavagna dove sono liberi di esprimersi e un calendario personalizzato sul quale è evidenziato il compleanno di ognuno di loro, tutto è cambiato. Per me personalmente, ma penso sia un sentimento condiviso, vedere un gruppo di bambini che ridendo fa una gara a chi arriva per primo al tavolo della saletta o assistere al sorrisetto compiaciuto di bimbe che esordiscono dicendo: io sono arrivata prima di tutti anche prima delle maestre, per me, ripeto, è una gioia immensa.
Come quando uno dei bambini più piccoli mi ha detto con un grande sorriso che aveva imparato come si scriveva la parola pane e me lo ha detto come se lo dovessi imparare anche io, tanto che ha scandito la parola in sillabe, come se volesse farmela scoprire. Per me, che sicuramente sarei in estrema difficoltà se dovessi apprendere e parlare nella lingua ucraina o in arabo, la spontaneità di questi bambini e la gioia che accompagna la scoperta quando imparano qualcosa di nuovo, è davvero una luce nel buio della diffidenza che avvolge la società attuale.
Un ringraziamento particolare vado a operazione cuore La ONLUS che ha reso possibile mediante un finanziamento l’iliazione la pianificazione di laboratori e gite che abbiamo vissuto in parte ma che vivremo quest’anno 2023 il laboratorio è vissuto a dicembre con rose rosse è stato per i bambini motivo di grande gioia e soddisfazione ogni incontro con Rosy era strutturato in tre momenti danza e riscaldamento lettura di un libro e partecipazione alla storia ed Emy narrati come ultimo passaggio la realizzazione di un libricino con diverse tecniche creative e artistiche. Di inclusione si parlw spesao ma a cambiare veramente la rotta non bastano le parole servono fatti i carezze per l’umanità che viene troppo spesso messa in punizione all’angolino emarginata cerchiamo di apprendere dai bambini per abbattere i muri basta un disegno o una partita a domino
Un ringraziamento particolare va a Operazione cuore, la ONLUS che ha reso possibile mediante un finanziamento l’ideazione e la pianificazione di laboratori e gite che in parte abbiamo realizzato ma che completeremo quest’anno.
Il laboratorio che si è svolto a dicembre con Rosi Robertazzi è stato per i bambini motivo di grande gioia e soddisfazione. Ogni incontro con Rosi era strutturato in tre momenti: danza e riscaldamento, lettura drammatizzata di un libro che permetteva anche la partecipazione dei bambini alla storia narrata e, come ultimo passaggio, la realizzazione di un libricino con diverse tecniche creative e artistiche.
Di inclusione si parla spesso, ma per cambiare veramente la rotta non bastano le parole: servono fatti. (i carezze) Per quella parte dell’umanità che viene troppo spesso relegata ai margini della società, come se fosse meritevole di stare in punizione all’angolino, cerchiamo di apprendere la grande lezione che ci viene dai bambini: per abbattere i muri basta cooperare, proprio come fanno i bambini per realizzare un disegno o quando si ritrovano vicini per giocare una partita a domino.
Maddalena Capetta




