Ser.Gio. – Servire è Giore
Circa un anno fa, era l’ottobre 2017, un pugno di giovani, diversi tra loro per provenienze e vissuti, si sono incontrati intorno ad un tavolino nei locali della Parrocchia perché animati da un comune desiderio di servizio. Non c’era nulla di concreto: non una base d’appoggio, non un canovaccio da seguire.
Un po’ per gioco, un po’ per curiosità, un po’ spinti dalla carità benigna e paziente abbiamo gettato le basi per un progetto pilota: SerGio – Servire è Gioire.
SerGio è nessuno di preciso ed è tutti in generale. SerGio è il nome che abbiamo dato al nostro prossimo, qualcuno a cui possiamo e vogliamo tendere la mano.
Abbiamo intrapreso questo percorso, tra mille dubbi e incertezze: all’inizio spaventati da quello che volevamo fare e da come lo avremmo fatto; poi, pian piano sempre più decisi, ci siamo convinti che il servizio e la missione siano gli strumenti per rinnovarsi come uomini e donne e per contribuire a rinnovare la Chiesa.
Abbiamo fatto tutto questo attraverso il gioco, ma mai per gioco.
Da allora periodicamente andiamo a visitare le famiglie del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto, dove abbiamo conosciuto storie e persone. Persone che lì si trovano solo perché in pericolo e non perché pericolose. Abbiamo prestato una spalla per scaricare qualche grammo dei macigni che bambini e genitori portano sulla loro schiena e, giocando e ridendo, abbiamo condiviso piccoli istanti di serenità. Ci siamo lasciati coinvolgere e sconvolgere da volti e storie.
Abbiamo attraversato, altre volte, le porte della piccola casa del Cottolengo, proprio qui, a cento metri dalla nostra Parrocchia. Una chitarra, decine di testi di canzoni anni ’60 – ’70, qualche abito appariscente, tantissimi pennarelli e un paio di ore scollegati da tutto. Stanze ed ospiti appaiono come sospesi nello spazio e nel tempo; e noi con loro.
Noi riempiamo la nostra vita di cose più o meno utili per stare bene e per sentirci felici. Ma poi ci sorprendiamo a chiederci: ‘perché invece a loro basta così poco?’. Forse una canzone insieme, una danza, una chiacchierata e un abbraccio non sono poi così poco.
Ma è con questo “poco”, così, semplicemente che vogliamo incontrare ancora quei volti, quegli occhi e quelle storie.